Una riforma della Giustizia intitolata ad Enzo Tortora. Lo chiede il regista Ambrogio Crespi intervistato da Repubblica a margine della presentazione del suo docufilm “Una ferita italiana” in cui racconta la vicenda giudiziaria del noto giornalista e conduttore televisivo, prima accusato di essere colluso con la camorra di Raffaele Cutolo e poi, dopo anni, assolto con formula piena. In trent’anni “ci sono stati tanti casi di malagiustizia”, spiega Crespi, e Tortora oggi ne è “l’icona”.
Per il regista, intitolare a lui una riforma, che appare oggi quantomai “urgente”, rappresenterebbe un “segnale forte verso un uomo che è morto di malagiustizia”. Ambrogio Crespi chiede inoltre che i giudici siano chiamati a pagare per i loro errori: “pagano tutti, giusto che quando sbagliano paghino anche loro”.
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