Neanche iniziato, al Festival del Cinema di Roma scoppia la grana del documentario su Enzo Tortora, escluso dalla competizione.
“Tortora, una ferita italiana” di Ambrogio Crespi, fratello di Luigi Crespi, un passato come sondaggista e spin doctor di Berlusconi, ha suscitato l’intervento di un gruppo di parlamentari del Partito democratico, capitanati da Michele Anzaldi.
«Sono poco comprensibili le motivazioni che hanno portato all’esclusione del documentario. La Rai valuti di porre rimedio a questo ennesimo sfregio alla memoria di Tortora, mettendo in onda il filmato su una delle sue reti», ha scritto ieri il deputato renziano in una lettera indirizzata alla presidente del Cda Rai, Anna Maria Tarantola. «Proprio nei giorni in cui – spiega Anzaldi – ha destato scandalo la conclusione del caso di Silvio Scaglia, incarcerato preventivamente per mesi prima di venire scagionato da tutte le accuse, l’ingiustizia nei confronti di EnzoTortora si arricchisce, purtroppo, di un nuovo tassello».
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