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Marco Pannella: il docufilm su Tortora spiega le nostre battaglie a chi non e’era

Di Dimitri Buffa – “Il docufilm su Tortora di Ambrogio Crespi ha il pregio di comunicare le emozioni di quelle battaglie radicali contro la malagiustizia, che ci vedono impegnati ancora oggi, a chi all’epoca non era ancora neppure nato”. L’incipit all’intervista che segue con il leader radicale Marco Pannella non poteva essere più esplicito. D’altronde, quando si intervista un personaggio politico di primo piano che da oltre cinquanta anni tiene la scena come MarcoPannella, è un po’ come intervistare la storia stessa di quel periodo di tempo. Difficile tenere sempre il filo degli avvenimenti e delle citazioni. Che in questo caso includono l’amnistia, la riforma delle carceri, la giustizia, il caso di Enzo Tortora e, per l’appunto, il docufilm di Ambrogio Crespi, “Enzo Tortora , una ferita italiana”, il ruolo defilato di Emma Bonino sui provvedimenti di clemenza e il suo silenzio all’interno delle riunioni del consiglio dei ministri, e tante altre cose ancora.

Pannella, questa marcia di Natale per l’amnistia è andata molto bene, quasi inspiegabilmente bene, vista la non copertura mediatica della cosa…

Certo tutti erano convinti che ci avevano segato non dando la notizia, quattro gatti che eravamo… e invece hanno partecipato tutti.

Addirittura hanno forse partecipato in più di quella a cui prese parte Napolitano nel 2005?

No, questo non è esatto.

Però questo argomento amnistia è tabù, nel senso che non si discute in Parlamento il messaggio di Napolitano alle camere dello scorso 8 ottobre, e mi sembra che questa sia un’illegalità palese dei due presidenti di Camera e Senato, o mi sbaglio?

È il regime. Non c’è nessuna norma che riescano ad applicare. Dopo sessanta anni si sono come incartati. Contrariamente al fascismo che rispettava la propria legalità, anche se infame, questi appena approvata la Costituzione hanno cominciato a mangiarsela…

Dopo tanto tempo è stato ritirato fuori il caso di Enzo Tortora, a proposito di giustizia malata e di non stato di diritto, grazie al docufilm “Enzo Tortora, una ferita italiana”, di Ambrogio Crespi. E su Tortora ci sono due tipi di categorie di persone che ci marciano: quelli dai paragoni troppo facili e quelli che si ergono sacerdoti della non paragonabilità con nessun altro caso… e però lui stesso si paragonava agli altri… come si risolve ‘sta cosa?

Parliamo e ci assumiamo la responsabilità dei fatti, quando tu dici il film di Ambrogio eccetera, per la verità era di nuovo in corso la raccolta delle firme sui referendum, era attualità istituzionale, persino Berlusconi aveva firmato tutti e dodici i quesiti, e il problema dell’amnistia era soprattutto del funzionamento della giustizia… non tanto di un provvedimento di clemenza, l’Europa ci rimprovera nei suoi rapporti la ferita che viene inferta allo stato italiano e alla sua popolazione con questo tipo di giustizia.

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