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L’affermazione al Siff del docufilm su Tortora è vittoria contro la malagiustizia

Di Dimitri Buffa – Thinknews ci ha creduto e lo ha sostenuto sin dal primo momento. Quando “Enzo Tortora, una ferita italiana” di Ambrogio Crespivenne rifiutato inspiegabilmente dal festival del cinema di Roma per ragioni inconfessabilmente politiche. E ha avuto ragione a crederci e a sostenerlo.

La cavalcata trionfale che questo film ha avuto da allora conforta questa scelta di avere appoggiato sempre e con convinzione il docufilm in questione: sin da quel 12 novembre 2013 giorno in cui venne proiettato in una sala messa a disposizione dalla Camera dei deputati (in seguito a una petizione bipartisan di onorevoli le cui firme vennero raccolte da Michele Anzaldi del Pd e Mara Carfagna di Forza Italia) finendo per venire proiettato il 4 marzo anche al Parlamento europeo nell’aula intitolata ad Altiero Spinelli, con l’emozione di fare risentire ancora una volta la voce di Tortora nel luogo in cui era stato eletto nel 1984 con il partito radicale di Sciascia e di Pannella, e passando nelle aule consiliari e nelle università di mezza Italia e anche in Inghilterra.

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