di Gianluca Gioia
“Enzo Tortora, una ferita italiana”, proiettato al festival del cinema indipendente di Roma, fa emozionare, commuovere e arrabbiare.
Il docufilm di Ambrogio Crespi riaccende la memoria sulla vicenda giudiziaria del noto volto di ‘Portobello’ che mise la politica dell’epoca con le spalle al muro rispetto alle responsabilità della giustizia italiana.
Attraverso i protagonisti e i testimoni di quegli anni, il documentario ricostruisce una vicenda che è un archetipo tutto italiano, sia da un punto di vista umano che storico.
Ma durante la narrazione emerge solo il protagonista: Enzo Tortora. La sua storia, le sue parole, sono racchiuse – per la prima volta – in un lavoro organico che ha l’intento di conservare il senso e il peso di una vicenda che troppo spesso è diventata una bandiera sventolata sulle barricate degli opposti schieramenti.
Evidente il valore documentale del film che attinge agli archivi della Rai e di Radio Radicale e alle documentazioni dell’epoca, conservate dall’emittente napoletana Canale 21.
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