No al docu-film su Tortora. La prima edizione del Roma Film Fest firmata dal tandem Pd Marino-Zingaretti ristabilisce l’ortodossia. La magistratura, soprattutto proprio adesso che ha tolto di mezzo Berlusconi, non va tirata in ballo neanche per sbaglio. Quindi meglio non ospitare il documentario, firmato dal regista Ambrogio Crespi, dal titolo Tortora, una ferita italiana. Il documentario raccoglie interviste molti esponenti del partito Radicale, da Mauro Mellini a Marco Pannella, Rita Bernardini e anche un’intervista a Corrado Carnevale, all’epoca primo presidente della prima sezione penale della Cassazione. Testimonianze scomode, con lo stesso refrain. «A trent’anni dall’arresto il caso Tortora è ancora molto molto fastidioso», ricorda uno degli intervistati. E ancora l’atto d’accusa pesantissimo contro quelle toghe napoletane, successivamente elevate ai vertici della magistratura come se niente fosse.
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