“Enzo Tortora, una ferita italiana” di Ambrogio Crespi. La responsabilità civile dei magistrati, se ci fosse.
La responsabilità civile dei magistrati. Un film spiega bene cosa significhi la responsabilità civile dei magistrati. Quel film, “Enzo Tortora, una ferita italiana” di Ambrogio Crespi, ha vinto ieri il Salento film festival di Tricase. A Roma era stato escluso, in Puglia ha vinto. Ha semplicemente raccontato una verità. E ha vinto. Enzo Tortora, arrestato 31 anni fa perché ritenuto implicato nella camorra, vide distrutta la sua carriera di presentatore tv e soprattutto la sua vita, perché si ammalò e neanche dopo un anno dal proscioglimento morì. Ora, dopo il film (riferimento solo cronologico, ma chissà se non anche legato ai contenuti della pellicola) chi sostenne l’accusa, ovvero il giudice Diego Marmo, chiede scusa ai familiari di Tortora. Ho sbagliato, ha detto qualche giorno fa il magistrato che rivendica la propria buona fede e dice di avere agito in base al suo temperamento. La sua requisitoria nei confronti di Tortora è passata, in qualche modo, alla storia per la durezza dei toni usati nei confronti di quell’imputato che così venne condannato salvo poi essere assolto, nei successivi gradi, con formula piena, anni dopo.
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