Tortora, una ferita italiana, il documentario diretto da Ambrogio Crespi sul processo al conduttore televisivo che durò dal 1983 al 1987 (Enzo Tortora fu arrestato per associazione per delinquere di stampo camorristico, ma venne assolto completamente), non sarà presentato al Festival di Roma 2013, al via il prossimo 8 novembre. E l’esclusione del film ha fatto scoppiare una polemica non da poco, che ha coinvolto la Rai, il presidente della Camera Laura Boldrini e alcuni politici di Pd, centrodestra e radicali. Ad alzare la voce per primi sono stati questi ultimi, che hanno difeso Crespi definendolo il nuovo Tortora (anche il regista passò 200 giorni in carcere con l’accusa di associazione mafiosa). In seconda battuta sono intervenuti alcuni esponenti del centrodestra, tra cui Mara Carfagna, e l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha sottolineato come il Festival, con questa decisione, «abbia perso un’occasione importante». Infine il Pd prima ha chiesto che la pellicola venisse proiettata in anteprima a Palazzo Montecitorio, poi, con le firme di 25 deputati, ha fatto pressione sulla Rai, perché venisse trasmesso sulle reti nazionali.
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