“Enzo Tortora, una ferita italiana”, è questo il nome di uno dei documentari che parteciperanno quest’anno al RIFF, Festival del cinema indipendente di Roma, che ha selezionato il lavoro diretto da Ambrogio Crespi e prodotto dal Gruppo Datamedia tra una lunga serie di proposte. Non stupisce tuttavia che una rassegna cinematografica lo abbia scelto per inserirlo nella sua lista. Il film del regista milanese è infatti un concentrato di emozioni. In soli sessanta minuti riesce a raccontare una storia ingarbugliata come quella di Enzo Tortora, senza tralasciare nessuno degli aspetti che la caratterizzano. Nella narrazione sono presenti: il conduttore tv, così come l’europarlamentare e il detenuto ma soprattutto c’è l’uomo, quell’uomo che ha subito una delle ingiustizie maggiori che l’Italia potesse compiere nei confronti di un innocente.
Il documentario è ricco di immagini significative e di interviste a persone che con il volto di ‘Portobello’ hanno avuto a che fare per la vicenda giudiziaria e non solo. Particolare suggestione genera poi la lettura delle lettere inedite che Tortora ha scritto alla compagna Francesca Scopelliti mentre era in carcere.
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